Seoul – conferenza interreligiosa per una cittadinanza globale –
Agosto 22nd, 2023 by Luigi De SalviaUn report di Roberto Catalano che ha partecipato come speaker all’incontro.
Ed eccoci alla conferenza per la quale sono venuto in Corea. Siamo ospitati presso il Mondrian Hotel di Seoul proprio davanti a quello che era, e per certi versi, in parte rimane, la grande base di stazionamento delle Forze Armate americane di stanza qui dal termine della guerra dei primi anni Cinquanta del secolo scorso. Parte dell’immensa proprietà – ‘territorio degli Stati Uniti di America’ si legge nei vari punti di accesso alla base – anni fa è stata restituita al governo di Seoul. Ora vi sorge il bellissimo Museo Nazionale della Corea, che ho visitato nelle precedenti occasioni in cui mi sono trovato a Seoul. La conferenza si svolge, in alcuni momenti, presso l’hotel in cui siamo alloggiati, e, in altri, in diversi centri del Buddhismo Won che promuove e ospita questo evento che è, comunque, gestito da un comitato apposito (ICCGC Organizing Committee di cui fa parte anche il Movimento dei Focolari) e sponsorizzato dal Ministero della Cultura, Sport e Turismo oltre che dal United Religions Foundations).
Già ieri sera ci siamo trovati, in una ventina per una cena informale. Ho ritrovato molti amici, con i quali non ci vedevamo dal tempo precedente la pandemia. Gli ospiti arrivano dagli USA, da altri Paesi asiatici (Thailandia, Vietnam, Giappone) sono esperti in buddhismo o in dialogo buddhista-cristiano. La cena ha contribuito a rinnovare le amicizie e a inaugurarne di nuove. L’organizzazione è, di fatto, in mano ai membri del Buddhismo Won che curano i dettagli fin nei particolari con la tipica attenzione asiatica, coniugata con l’efficienza coreana. Anche fra loro ho il piacere di rivedere alcuni amici e amiche che non incontravo da tempo.
La prima mattinata è dedicata alla visita del modernissimo Wonnam Temple che sorge non lontano dall’albergo dove ci troviamo e che, nella sua struttura attuale, è stato costruito recentemente, nonostante la comunità che svolge le funzioni sacri attorno a questo luogo di culto abbia circa cinquant’anni di vita. Siamo accolti con grande calore dal ministro del luogo, una donna, perché – ce lo spiegano subito e con grande orgoglio – nel Won Buddhism c’è una assoluta parità fra uomini e donne. Anzi, mi dicono, ultimamente il numero dei ministri donne ha superato quello degli uomini.Ci accompagnano nell’aula principale d culto dove ci vengono spiegati le caratteristiche del luogo ed alcuni elementi del Buddhismo Won di cui parlerò nei prossimi giorni, dopo la visita prevista al loro centro principale nella città di Iksan dove ci recheremo domani. Intanto, dopo un breve rito di offerta, ci viene data la possibilità di una esperienza di meditazione di una ventina di minuti nello stile tipico del buddhismo: la concentrazione sulla respirazione. All’esterno, una casa in tipico stile coreano ospita il mausoleo in onore della madre dell’Amministratore delegato della Samsung che ha finanziato la costruzione di questo tempio. In Asia, sia in ambito indù che buddhista o confuciano, è molto comune che magnati dell’industria finanzino e supportino luoghi di culto.
Proseguiamo per il Sotaesan Memorial Hall nel bellissimo centro che il buddhismo won ha qui a Seoul, una zona molto centrale, con una fermata della metropolitana proprio davanti all’entrata di questo palazzo moderno. In Asia è fondamentale per istituzioni di qualsiasi tipo avere un luogo rappresentativo all’interno delle grandi città. E’ un punto di riferimento, un segno della presenza di quella realtà specifica – non solo o non necessariamente religiosa – è il luogo di incontro dei membri, ma anche quello dove coloro che desiderano conoscere quella realtà specifica si possono rivolgere. Non avere un punto di riferimento e di riconoscimento di questo tipo significa non esistere. L’immagine in questo continente è una questione di evidenza della presenza. Ed eccoci all’interno del palazzo, anch’esso assai moderno e dotato delle infrastrutture più recenti.
La prima giornata (o pomeriggio) del convegno si svolge proprio qui. La sala è bellissima, armoniosa, può contenere varie centinai di persone, eppure resta molto armonica. Alle 13.45 in punto si comincia con i saluti di rito, messaggi da parte della autorità e, a seguire, con i primi due ‘panel’: uno sul dialogo interreligioso ed uno sulla pace. Nel primo è previsto un mio intervento, che segue quello del Sig. Tananart, buddhista theravada Thai, segretario generale della Buddhist Fellowship Federation che ha sede a Bangkok. Ci eravamo incontrati in maggio durante la mia breve permanenza nella capitale thailandese. A seguire, parla il rev. Sugino, amico giapponese del movimento buddhista mahayana della Rissho Kosei-kai. Ci conosciamo da anni e Sugino dopo un lungo servizio alla sede centrale di Religions for Peace a New York è ora rettore del Gakurin Seminary che il movimento buddhista ha nei pressi di Tokyo. Il prof. Mark Unno, noto specialista di buddhismo e di dialogo fra buddhisti, e cristiani funge da moderatore. Una sessione molto dinamica. I nostri interventi sono brevi, non più di dieci minuti. Segue una vivace discussione con il pubblico con domande molto profonde, soprattutto da parte degli studenti del cosiddetto seminario del Buddhismo Won. La seconda sessione è, invece sulla questione della pace, moderata dall’amico Leo Lefebuere della Georgetown University di Washington DC. Si tratta di due sessioni introduttive alla cerimonia di apertura che ha come relatore d’eccezione l’on. Ban Ki-moon, ottavo Segretario Generale delle Nazioni Unite. Ormai avanti con gli anni, Ban Ki-moon parla, per circa 45 minuti, in coreano con forza e convinzione sulla necessità di costruire oggi una cittadinanza globale che si ispiri all’armonia mondiale. In tale senso riconosce il ruolo delle religioni che, ammette, ha visto essere fondamentale durante il suo mandato come Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Oggi giornata di approfondimento di varie tematiche con diverse tavole rotonde e partecipanti da Giappone, Corea del Sud, Singapore, Thailandia, Taiwan, Cambogia, Stati Uniti, Iran di diverse religioni (Buddhisti, theravada, mahayana e won), un musulmano sciita e presbiteriani e cattolici. Mi ha colpito molto l’ultima sessione quando in un’ora e mezzo di dialogo serrato si sono susseguite proposte su come andare avanti nell’impegno di costruire percorsi formativi per uomini e donne che possano essere cittadini globali. Molte le proposte concrete, forse anche difficili da realizzare, ma si nota l’entusiasmo per una iniziativa senza dubbio di grande successo. Si sono incontrati, infatti, rappresentanti di religioni e Paesi diversi, dell’Asia ma non solo, e, come ha fatto notare il Prof. Mark Unno, figlio di un grande studioso giapponese poi trasferitosi negli USA, è sorprendente la qualità di rapporti che si è creata fra tutti i partecipanti. Tutti parlano di un rapporto di carattere spirituale, che non si trova in molti convegni interreligiosi di carattere academico. E qui molti – anche se non tutti – sono accademici. Si avverte – lo confermano tutti – che è nata una vera amicizia spirituale. Domani giornata a Iksan, la città a due ore di treno da Seoul che accoglie i centri più importanti del buddhismo won.
Interfaith Coalition Conference for Global Citizen 2023
And here we come to the conference for which I have come to Korea. We are hosted at the Mondrian Hotel in Seoul right in front of what was, and in some ways remains, the large base of the American Armed Forces stationed here since the end of the war in the early 1950s. Part of the immense property – ‘territory of the United States of America’ it says at the various access points to the base – was returned to the Seoul government years ago. Now there stands the beautiful National Museum of Korea, which I have visited on previous occasions when I have been in Seoul. The conference takes place, partly, at the hotel where we are staying, and, partly, at various centres of Won Buddhism which promotes and hosts this event which is, however, managed by a special committee (ICCGC Organising Committee of which the Focolare Movement is also a member) and sponsored by the Ministry of Culture, Sport and Tourism as well as the United Religions Foundations).
Already on the first night, about twenty of us got together for an informal dinner. I caught up with many friends, with whom we had not seen each other since before the pandemic. The guests come from the USA, from other Asian countries (Thailand, Vietnam, Japan) and are experts in Buddhism or Buddhist-Christian dialogue. The dinner helped renew friendships and inaugurate new ones.
The organization is, in fact, in the hands of the members of Won Buddhism who take care of the details down to the last detail with typical Asian attention, combined with Korean efficiency. Even among them I have the pleasure of seeing again some friends I had not met for a long time.
The first morning is dedicated to visiting the ultra-modern Wonnam Temple, which stands not far from the hotel where we are staying and which, in its current structure, was built recently, despite the fact that the community that holds sacred services around this place of worship is about fifty years old. We are warmly welcomed by the minister of the place, a woman, because – they explain it to us immediately and with great pride – in Won Buddhism there is absolute equality between men and women. In fact, they tell me, recently the number of women ministers has exceeded that of men. They accompany us to the main hall of worship where we are explained the characteristics of the place and some elements of Won Buddhism which I will talk about in the next few days, after the planned visit to their main centre in the city of Iksan where we will go to do a tour visit the day after tomorrow.
Meanwhile, after a brief offering ritual, we are given the opportunity for a twenty-minute meditation experience in the typical Buddhist style: concentration on breathing. Outside, a typical Korean-style house houses the mausoleum in honour of the mother of the Samsung CEO who financed the construction of this temple. In Asia, whether Hindu, Buddhist or Confucian, it is very common for business tycoons to finance and support places of worship.
We continue to the Sotaesan Memorial Hall in the beautiful centre that Buddhism won has here in Seoul, a very central area, with an underground stop right in front of the entrance to this modern building. In Asia, it is essential for institutions of all kinds to have a representative place within large cities. It is a point of reference, a sign of the presence of that specific reality – not only or not necessarily religious – it is the meeting place for members, but also the place where those who wish to learn about that specific reality can turn. Not having such a point of reference and recognition means not existing. Image on this continent is a matter of evidence of presence. And here we are inside the building, which is also very modern and equipped with the latest infrastructure.
The first day (or afternoon) of the conference takes place here. The hall is beautiful, harmonious, it can hold several hundred people. At 1.45 p.m. on the dot we start with the customary greetings, messages from the authorities, and then the first two ‘panels’: one on interreligious dialogue and one on peace. In the first one I am scheduled to speak, which follows that of Mr Tananart, a Theravada Thai Buddhist, secretary general of the Buddhist Fellowship Federation based in Bangkok. We had met in May during my brief stay in the Thai capital. Next, Rev Sugino, a Japanese friend of the Mahayana Buddhist movement of Rissho Kosei-kai, spoke. We have known each other for years and Sugino after a long service at the Religions for Peace headquarters in New York is now rector of the Gakurin Seminary that the Buddhist movement has near Tokyo. Prof. Mark Unno, a well-known specialist in Buddhism and dialogue between Buddhists and Christians acted as moderator.
A very dynamic session. Our interventions are short, no more than ten minutes. There follows a lively discussion with the audience with very profound questions, especially from the students of the so-called Won Buddhism seminar. The second session is on the issue of peace, moderated by our friend Leo Lefebuere from Georgetown University in Washington DC. These are two introductory sessions at the opening ceremony, which has Mr, Ban Ki-moon, the eighth Secretary General of the United Nations, as a special guest speaker. Now well advanced in years, Ban Ki-moon speaks, for about 45 minutes, in Korean with strength and conviction on the need to build a global citizenship today that is inspired by world harmony. In this sense, he acknowledges the role of religions which, he admits, he saw as fundamental during his tenure as UN Secretary General.
Today, instead, was a day of in-depth discussion of various issues with several panel and participants from Japan, South Korea, Singapore, Thailand, Taiwan, Cambodia, the United States, Iran of different religions (Buddhists, Theravada, Mahayana and Won), a Shia Muslim and Presbyterians and Catholics. I was very impressed by the last session when in an hour and a half of close dialogue there were proposals on how to move forward in the commitment to build educational pathways for men and women who can be global citizens. There were many concrete proposals, perhaps even difficult to implement, but the enthusiasm for an undoubtedly successful initiative was evident. In fact, representatives of different religions and countries, from Asia but not only, met, and, as Prof. Mark Unno, son of a great Japanese scholar who later moved to the USA, remarked, the quality of the relationships created among all the participants was surprising. They all speak of a relationship of a spiritual nature, which is not found in many interfaith conferences of an academic level. And here many – though not all – are academics. One senses – and everyone confirms this – that a true spiritual friendship has been born. Tomorrow, a day in Iksan, the city two hours from Seoul by train, where the main centres of Won Buddhism are located.
Postato 13 minutes ago da Roberto Catalano
Etichette: Buddhismo Buddhismo won Dialogo cristiano-buddhista
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