Pellegrinaggio interreligioso alla Porta Santa di San Pietro, 18 Novembre 2016
Novembre 20th, 2016 by Luigi De Salvia
«Il dialogo ecumenico e il dialogo interreligioso sono un cammino che si fa insieme tra la gente: cristiana, musulmana, ebrea, induista, buddhista, bahai e di ogni altra etnia o religione. Un cammino che alimenta e insieme sopravanza i rigidi tracciati delle pur necessarie discussioni tra i teologi».
L’ Anno Santo della Misericordia si chiude, ma ci lascia, con queste parole di papa Francesco, straordinarie indicazioni di percorso, per costruire una società cosmopolita e pacifica: la visita a Lesbo tra gli immigrati di Francesco assieme a Bartolomeo I e a Hieronymos, l’incontro, il primo dopo mille anni, a Cuba tra Francesco e Kirill, il viaggio “luterano” del papa a Lund, la visita di Francesco nel tempio valdese a Torino, le visite di Bergoglio nelle moschee di Istanbul e a Bangui nel giorno d’ apertura dell’ Anno giubilare. Una potente tessitura di dialoghi che, lungi dallo svendere l’identità cristiana e cattolica, la fanno invece fiorire, perché ‒ ci ricorda papa Francesco ‒ la nostra è religione della Parola, e dunque ha inciso in sé stessa come elemento costitutivo questo dinamismo di dialogo.
Ora, l’Anno Santo si conclude, e proprio sul suo limitare, ci consegna un altro piccolo ma prezioso segno: la “camminata” interreligiosa di un popolo multicolore di trecento persone, tra religiosi e laici: cattolici, musulmani, bahai, buddhisti, induisti, provenienti da Giappone, Myanmar, India, Pakistan, Afghanistan, Turchia, Stati Uniti, Algeria, Kenya, Rwanda, Malta, Polonia, Croazia, Belgio, Inghilterra e Italia, che la sera di venerdì 18 novembre si è snodata da Castel Sant’Angelo lungo via della Conciliazione, fino alla tomba di Giovanni Paolo II. Ed è stato davvero emozionante vedere tanti musulmani, ragazzi e ragazze con l’hijab, bahai, buddhisti e induisti, fusi in un gruppo compatto con i cattolici, pregare insieme con le parole delle diverse tradizioni culturali e religiose lo stesso Dio della pace, ed onorare insieme il papa della profezia di Assisi. E intonare con una sola voce, alla fine, davanti alla tomba di Wojtyla l’invocazione ebraica “Hevenu shalom aleichem”, mentre venivano consegnati 12 lumi ai diversi rappresentanti religiosi. Nelle diverse ” stazioni” della processione, lungo la via della Conciliazione e in piazza San Pietro, con il salmodiare del canto cristiano “Misericordes sicut Pater” si sono intrecciate le parole di Ghandi e quelle recenti pronunciate dal leader musulmano libanese Mohammad Sammak nell’Incontro interreligioso di ottobre ad Assisi con papa Francesco: «Compito dei musulmani è oggi quello di difendere e purificare la nostra fede dalle criminali strumentalizzazioni jihadiste».
Un segno piccolo ma straordinario questa processione interreligiosa, organizzata dal padre Peter Baekelmans del Sedos, da Religions for Peace Italia e dalle Unioni dei Superiori maggiori, maschili e femminili, degli Ordini religiosi, e alla quale hanno partecipato anche alcuni membri del Cenacolo di amici di papa Francesco, soprattutto perché nata dal basso e tra le diverse genti religiose, che sono poi le condizioni imprescindibili perché il dialogo cresca e metta radici tra una umanità che sembra impennarsi sull’orlo dell’abisso.
Articolo di Raffaele Luise sul sito www.eancheilpaparema.it
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Ecco il testo della lettera che i partecipanti al pellegrinaggio del 18 novembre hanno firmato e indirizzato a Papa Francesco
Santo Padre,
desideriamo esprimerle la nostra gratitudine per aver indetto il Giubileo straordinario della Misericordia. Ha messo a fuoco così non solo per la Chiesa Cattolica, ma per tutta la Cristianità e per tutte le religioni e per ogni progetto umano di bene la centralità della Misericordia come Porta per entrare nel “cantiere” sempre aperto della riconciliazione e della pace interiore, nella famiglia, nella comunità, tra le religioni e tra i popoli.
Siamo oggi qui insieme persone delle varie tradizioni religiose a varcare la Porta Santa di San Pietro per esprimere con le nostre diverse preghiere l’impegno comune a farci strumento di Pace in un mondo indebolito da tragiche ingenuità materialistiche e da individualismi autolesionisti.
Ci senta suoi alleati nel prenderci cura delle sofferenze dei nostri simili e di tutto il pianeta, incoraggiando e testimoniando la speranza.
Per questo, al termine dell’Anno Santo della Misericordia, andiamo insieme a pregare e a chiedere perdono per la nostra iniquità verso le altre religioni, e il perdono per le mancanze dei nostri vicini religiosi.