Conferenza Osce di Berlino: “L’antisemitismo in aumento”
Novembre 18th, 2014 by Luigi De SalviaIl decimo anniversario della Conferenza di Berlino sull’Antisemitismo dell’Osce è coinciso con altri anniversari significativi di novembre: i 96 anni dalla fine della prima guerra mondiale (che iniziò nel luglio di cento anni fa); i 76 anni passati dalla notte dei cristalli; i 25 anni dalla caduta del muro di Berlino. Sono anniversari segnati da contraddizioni che continuano a caratterizzare il mondo oggi.
A dieci anni dalle proteste e dalle risoluzioni internazionali contro l’antisemitismo lanciate da Berlino, quando 55 Paesi mandarono delegazioni di massimo livello, quest’anno il numero di diplomatici internazionali presenti è diminuito di un terzo, ed è anche sceso il numero dei rappresentanti di massimo livello.
Ciononostante, cinquecento rappresentanti dei governi e della società civile di tutta Europa hanno partecipato nella due giorni segnata da vari discorsi commoventi, tra cui quello del ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier e quello del rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, l’ambasciatrice Samantha Power, oltre a quelli degli alti rappresentanti della società civile e dei governi di Francia, Svizzera (presidente uscente dell’Osce), Canada, Finlandia, Ucraina, Slovacchia, Russia, Israele, ecc..
Una delegazione diplomatica facente capo al ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e il segretario della Commissione Vaticana per le Relazioni religiose con gli Ebrei, Padre Nobert Hofmann, erano presenti all’evento in qualità di osservatori. Gli oratori si sono trovati d’accordo che l’antisemitismo è in aumento, e che aumenta spesso in relazione al crescere delle tensioni in Medio Oriente. Nel dichiarare che la protesta politica è legittima, hanno aggiunto che le proteste non devono mai servire come scusa per l’antisemitismo o la violenza.
Secondo un recente sondaggio commissionato in otto paesi europei dall’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti fondamentali, il 25% degli ebrei intervistati ha riferito di essere stato vittima di un episodio antisemita nel corso dell’anno passato. Molti cittadini ebrei della UE stanno pensando di emigrare a causa del peggioramento della situazione, mentre una serie crescente di violenze antisemite ha aumentato le loro preoccupazioni riguardo la propria incolumità.
Proprio di recente ad Anversa, il 16 novembre, un rabbino è stato accoltellato alla gola mentre era di ritorno a casa da una sinagoga; lo scorso maggio, quattro persone sono state uccise da un terrorista nel Museo ebraico di Bruxelles; due anni fa un insegnante e tre bambini – di 3, 6 e 8 anni – sono stati uccisi da un attacco terroristico in una scuola ebraica a Tolosa e nel 2006, un giovane parigino ebreo di origine marocchina, Ilan Halimi, è stato torturato e ucciso.
l fatto che questi tragici episodi siano quasi sempre motivati dall’ideologia terrorista islamista (che non dobbiamo confondere però con la vera religione dell’Islam!), e alimentati dalla propaganda araba anti-israeliana, coincide in modo preoccupante con le manifestazioni di massa contro la guerra a Gaza che si sono svolte la scorsa estate in varie città europee, e che sono sfociate nella violenza antisemita. Durante le celebrazioni del «Giorno della Bastiglia» a Parigi, duecento fedeli ebrei furono costretti a barricarsi nella sinagoga Don Isaac Abravanel per mezz’ora in attesa di aiuto da parte delle forze di polizia che sono poi intervenute per disperdere una folla inferocita armata di coltelli, asce e spranghe di ferro che cantava «Morte agli ebrei», e che cercava di irrompere all’interno della sinagoga. Allo stesso tempo, sono state lanciate bottiglie molotov contro altre sinagoghe nelle città francesi e tedesche accompagnate da canti quali «Hamas, Hamas, gli ebrei al gas» (a Dortmund) o «Ebreo, Ebreo vile suino, esci e combatti da solo» (a Berlino).
Ha creato grande indignazione la recente richiesta, a Dortmund il 16 novembre da parte di Dennis Giemsch, consigliere comunale del gruppo di estrema destra Die Rechte, di stilare “per ragioni politiche” un elenco di numeri, nomi e indirizzi degli ebrei della città!
Memore di tali eventi, l’ambasciatore Samantha Power, ha ricordato la recente affermazione di Elie Wiesel che “i venti di follia stanno soffiando di nuovo” e che “l’Olocausto ha avuto inizio con le parole”.
In un potente e commovente discorso, ha detto alla platea di Berlino che “l’aumento allarmante degli atteggiamenti e degli attacchi antisemiti in molte parti d’Europa … non è solo pericoloso in sé e per sé, ma rappresenta una minaccia più profonda e più insidiosa per l’ideale liberale europeo che crebbe quando crollò il Muro di Berlino… l’aumento dell’antisemitismo minaccia il progetto di integrazione europea e la promozione della democrazia liberale e delle libertà fondamentali.(L’antisemitismo) è spesso il proverbiale canarino nella miniera di carbone riguardo il degrado dei diritti umani in generale”.
Due giovani leader ebrei hanno preso la parola al pannello conclusivo della società civile dell’assemblea di Berlino, portando alcuni preziosi consigli pratici per prevenire l’antisemitismo e l’indottrinamento dell’islamismo estremista. Ilja Sichrovsky, fondatore e segretario generale della Conferenza islamo-ebraica con sede a Vienna – presente assieme a un collega musulmano – ha raccontato di come è stato in grado di trovare finanziamenti pubblici per portare alle riunioni di Vienna musulmani ed ebrei dei cinque continenti, e ha esortato i delegati dell’Osce a coltivare attività e amicizie interreligiose. “È più rischioso essere bombardati stando seduti in sinagoga che attraversando la strada per dialogare”, ha detto. Jane Braden-Golay, presidente della Confederazione dell’Unione Europea degli studenti ebrei, ha riferito della disponibilità di fondi per programmi di prevenzione della radicalizzazione, come per esempio per un progetto dell’Università di Cambridge che ha dimostrato di poter cambiare gli atteggiamenti. Ha sottolineato che l’educazione dell’Olocausto deve essere integrata con l’insegnamento sulla vita e sul contributo degli ebrei quale aspetto integrante della storia europea.
Articolo di Lisa Palmieri-Billig su Vatican Insider